Il dibattito è più che mai aperto: i pc bonsai stanno rubando, e quanto, vendite ai portatili tradizionali? In casa Intel, che sui netbook ha costruito il successo dei processori Atom, sono convinti di un paio di cose. La prima: l'incidenza dei mini computer a basso costo è nell'ordine del 20% sulle vendite globali di notebook, "meno rispetto alle speculazioni", stando a quanto detto alla Reuters da Christian Morales, il capo delle vendite in Europa della società californiana. La seconda: "abbiamo riscontrato - parole dello stesso Morales - una sorta di cannibalizazione di Celeron da parte di Atom ma i margini di profitto per Atom sono stati superiori a quelli per i processori di vecchia generazione". Che Intel giochi e voglia giocare un ruolo di primo piano nell'universo degli ultraportatili è un fatto scontato, che obiettivi si è posta per Moblin, una versione di Linux Fedora sviluppata dalla società di Santa Clara per netbook e dispositivi mobili (Mid, Mobile Internet device) basati su architettura Atom è invece meno intuibile. Della piattaforma, nata nel 2007 e oggi in gestione alla Linux Foundation, è stata appena rilasciata la release 2.0 (in beta) con una nuova interfaccia utente, frutto di una delle tante acquisizioni operate da Intel, e cioè quella di OpenHand, concretizzata lo scorso agosto. Il risultato è un desktop che viene diviso in più "pannelli" pilotabili da una barra superiore che permette di accedere alle diverse attività e una schermata principale (denominata "my zone") che mostra il calendario con gli appuntamenti e gli impegni del giorno, i file utilizzati di recente, gli aggiornamenti in tempo reale dai diversi social network e i siti Web visitati più spesso. Alla domanda "quali saranno i pc bonsai che potrebbero adottare Moblin c'è già una risposta, contenuta nelle pagine Internet che descrivono il progetto: Acer Aspire One, Asus EeePC 901 e 1000H, Dell Mini 9, MSI Wind, Lenovo S10, Samsung NC10 e Hp Mini 1010 e 1120NR. Questi i modelli sui quali il sistema operativo open source targato Intel è stato testato e che si può supporre saranno quelli che segneranno il debutto ufficiale della piattaforma, che non è escluso possa materializzarsi con l'avvento della nuova microarchitettura Intel per netbook, e cioè "Pineview", che sarà basata su Cpu e Gpu (l'unità grafica) integrati in un unico chip.
Tornando a Moblin, c'è molta attesa fra gli addetti ai lavori per conoscerne le reali velleità di mercato al cospetto di Windows XP (che oggi gira su circa il 95% dei netbook) e del prossimo Windows 7, di Linux Ubuntu e, in prospettiva, di Android. Una teoria tutt'altro che campata per aria vedrebbe i produttori specializzati in open source quali primi sponsor della creatura di Intel e tale teoria va rapportata al fatto che se nei netbook il software libero ha davanti l'ostacolo Windows nei micro computer mobili recita invece da primattore. Per Intel la strategia è chiara: portare a cavallo di Moblin la tecnologia e i processori x86 nel mercato a volume dei dispositivi portatili, e quindi mini pc, Mid, Internet tablet e non ultimo anche smartphone. Molto dipenderà da come il sistema operativo del colosso del silicio verrà recepito dalla comunità degli sviluppatori open source prima e dai produttori di hardware poi, senza dimenticare ovviamente l'impatto che potrà avere sugli utenti. La domanda, gira e rigira, è una sola: Moblin, oltre a poter essere "una reale possibilità di cambiamento" (parole del Ceo di Novell, Ronald Hovsepian), è una piattaforma che potrà rubare lo scettro a Microsoft nel campo dei sistemi operativi per device mobili? Per qualcuno l'impari (sulla carta) sfida nei netbook fra Windows e il software open source (Moblin e Android) ricorda molto l'epica contesa fra Davide e Golia. Come andrà a finire stavolta?